mercoledì 9 marzo 2011

Stéphane Hessel: indignarsi diventa un bestseller

In pochi mesi il pamphlet dell'ex diplomatico novantatreenne ha venduto più di un milione di copie

Guido Caldiron
«Il motore della Resistenza era l'indignazione. Noi, veterani dei movimenti di resistenza e delle forze combattenti della Francia libera, ci appelliamo alle nuove generazioni perché mantengano in vita e tramandino l'eredità e gli ideali della Resistenza. Diciamo loro: ora tocca a voi, indignatevi!». E' con un appello all'indignazione che Stéphane Hessel è diventato il protagonista di un caso editoriale unico al mondo: nello spazio di pochi mesi il suo pamphlet di una ventina di pagine, Indignez vous!, pubblicato dalla piccola casa editrice di Montpellier Indigène, ha superato il milione e duecentomila copie, trasformando il suo invito alla rivolta morale in un vero e proprio besteseller.
Novantatre anni, nato a Berlino in una famiglia ebrea, naturalizzato francese, un passato da partigano e deportato a Buchenwald prima, e da diplomatico poi, passato per l'Ecole Normale Supérieure entrò al Ministero degli Esteri di Parigi nel 1946, Hessel ha collaborato con il segretariato generale dell'Onu e ha partecipato alla stesura della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo nel 1948. Ma la sua è anche la biografia di un uomo di cultura, cresciuto tra l'élite intellettuale del Vecchio Continente: il padre, amico personale di Walter Benjamin, era il traduttore in tedesco di Proust, mentre la madre pittrice, ispirò il personaggio di Catherine nel romanzo di Henri Pierre Roché. Jules e Jim da cui François Truffaut avrebbe tratto nel 1962 l'omonimo film.
Uscito il 20 ottobre dello scorso anno in Francia e oggi in fase di traduzione in mezzo mondo, nel nostro paese Indignatevi! è stato pubblicato dall'editore torinese Add (pp. 62, euro 5,00), il libro di Stéphane Hessel è una sorta di manifesto che, indicando l'attualità dei temi evocati nella Dichiarazione dei diritti dell'uomo e della lezione della resistenza antifascista, invita soprattutto i giovani a una sorta di rivolta morale contro le diseguaglianze sociali, il razzismo e le discriminazioni. In un mondo nel quale i mass media «propongono come unico orizzonte il consumismo di massa, il disprezzo dei più deboli e della cultura, l'amnesia generalizzata e la competizione a oltranza di tutti contro tutti», l'ex diplomatico fa appello alle nuove generazioni perché spezzino l'apparente ineluttabilità dell'ingiustizia e delle sue terribili conseguenze. «A quelli e quelle che faranno il secolo che inizia, diciamo con affetto: Creare è resistere, Resistere è creare», spiegava del resto l'Appello dei resistenti alle giovani generazioni, che vedeva proprio Hessel tra i suoi primi firmatari, diffuso nel marzo del 2004 a Parigi. Così, in Indignez vous!, la sua esortazione non potrebbe essere più esplicita: «Il mio augurio a tutti voi, a ciascuno di voi, è che abbiate un motivo per indignarvi. E' fondamentale. Quando qualcosa ci indigna come mi ha indignato il nazismo, allora diventiamo militanti, forti e impegnati. Abbracciamo un'evoluzione storica e il grande corso della storia continua grazie a ciascuno di noi. Ed è un corso orientato verso una maggiore giustizia, una maggiore libertà, ma non la libertà incontrollata della volpe nel pollaio. I diritti, promulgati nella Dichiarazione nel 1948, sono universali. Se incontrate qualcuno che non ne beneficia abbiatene pietà, aiutatelo a conquistarli».
Nell'epoca degli ebook e del marketing industriale della cultura, il tono e il senso di questa sorta di testamento politico di un protagonista della storia del Novecento, passato dalla Resistenza a fianco di De Gaulle al socialismo di Mitterand fino all'appoggio alle lotte dei sans papiers, che non è stato sostenuto da alcuna campagna promozionale se non da quella spontanea frutto del passaparola, ha talmente convinto il pubblico francese da trasformarsi in un fenomeno "di moda", presente nelle librerie come nei supermercati, e capace di raccogliere decine di migliaia di contatti su Facebook, spingendo Hessel al centro del dibattito pubblico.
Ma come è stato possibile e, soprattutto, a cosa si deve questo rapido successo? Il settimanale Le Nouvel Observateur, che al fenomeno Hessel ha dedicato la copertina del numero attualmente in edicola, propone una riflessione che ha molto di "italiano", spiegando come Nicolas Sarkozy non sappia ancora chi, a sinistra, lo sfiderà tra un anno e mezzo nelle elezioni presidenziali ma si debba già guardare dalla sfida che gli ha lanciato questo anziano signore in nome del valori fondanti la democrazia francese: libertà, uguaglianza e fraternità. Un po' come accaduto con la figura di Roberto Saviano nel nostro paese - di cui alcuni osservatori hanno parlato perfino come di un possibile candidato del centrosinistra in chiave anti-berlusconiana -, a Hessel sarebbe toccato di supplire presso l'opinione pubblica transalpina alla carenza di popolarità, e forse credibilità, dei leader progressisti e al venir meno dell'anelito egualitario delle loro tesi. In altre parole, Hessel sarebbe apparso molto più convincente di tanti politici di sinistra nel contestare l'offensiva reazionaria del sarkozismo. Che l'ex diplomatico volesse rispondere proprio a Sarkozy e alla sua politica, era del resto chiaro fin dal 2009 quando Hessel fu tra gli organizzatori di una manifestazione che intendeva contestare il presidente neogollista, e «la scandalosa legislazione» contro gli immigrati da lui voluta, che si svolse in uno dei luoghi-simbolo della Resistenza francese, quel plateau des Glières dove nel marzo del 1944 caddero più di 120 partigiani per mano dei soldati della Wehrmacht e dei miliziani di Vichy, e dove Sarkozy si era recato per "celebrare" il suo trionfo elettorale del 2007. Hessel risponderebbe così alla "rottura", in chiave liberista e identitaria, annunciata dalla destra di Sarkozy rispetto alla tradizione del welfare e dell'accoglienza francesi. «Per tanti quella di Stéphane Hessel è diventata così la voce che mancava. Una sorta di Ghandi moderno, forte del suo passato di partigiano e rispettato per la sua venerabile età», suggerisce il Nouvel Observateur.
Le virtù narrative dell'appello all'indignazione, a cui lo stesso Hessel farà seguire un nuovo testo, in uscita in Francia dal 10 marzo per le Editions de l'Aube con il titolo di Engagez-vous! (Impegnatevi), non hanno però convinto tutti e hanno provocato anche un vivace dibattito e non poche prese di posizione critiche. Questo perché Hessel sceglie di indicare come la propria principale fonte di indignazione oggi sia legata alla situazione di «Palestina, Gaza e Cisgiordania». In questa prospettiva, dopo aver lamentato a proposito dell'operazione militare israeliana Piombo Fuso come proprio gli ebrei non sembrano aver imparato dalla propria storia - «che possano perpetrare a loro volta dei crimini di guerra, è una cosa insopportabile» -, l'ex diplomatico descrive il terrorismo come «inaccettabile», indica nella non-violenza la strada che l'umanità deve imparare necessariamente a percorrere, ma si chiede, quanto alla situazione di Gaza: «Serve ad Hamas il lancio di missili sulla città di Sderot? La risposta è no. Un simile gesto non giova alla sua causa, ma si spiega con l'esasperazione della gente di Gaza. In un orizzonte di esasperazione, la violenza va intesa come un esito infelice di situazioni che sono inaccettabili per chi le subisce. Si potrebbe dunque dire che il terrorismo è una forma di esasperazione». A rispondere negativamente a queste prese di posizione non è stato solo il Crif, il Consiglio rappresentativo delle associazioni ebraiche francesi, ma anche una parte del mondo intellettuale che gli ha rimproverato di affrontare un tema così delicato in modo superficiale. Così, se per Régis Debray Hessel «è fedele a una certa idea d'Israele, la più alta, quella dei fondatori», ma non per questo rinuncia a denunciare le derive della politica israeliana, per Alain Finkelkraut, Hamas, che Hessel sembra apprezzare, «sogna di stabilire un emirato in Palestina, al posto di Israele. Ci sono due prospettive delle aspirazioni dei palestinesi, tra le quali si deve scegliere».


Liberazione 02/03/2011, pag 7

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E a marzo Hessel raddoppia con "Impegnatevi!"
Pubblicato in Francia nel mese di ottobre, il pamphlet di Stéphane Hessel Indignatevi! è già diventato un caso internazionale. Tradotto in 22 lingue, in tutta Europa e in Israele, il libro dovrebbe uscire a Mosca con la prefazione di uno dei maggiori oppositori di Putin, Mikhail Khodorkovskij e probabilmente negli Stati Uniti. Nel frattemo il novantatreenne ex partigiano e diplomatico annuncia per il 10 marzo l'uscita di un nuovo testo, Impegnatevi!, che invita i lettori a passare all'azione, soprattutto in tema di ecologia: «Credo che l'impegno per l'ecologia sia altrettanto forte di quello che per noi era l'impegno nella Resistenza».


Liberazione 02/03/2011, pag 7

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