lunedì 14 marzo 2011

'Ndrangheta, sciolto il comune di Bordighera

Un dossier dei carabinieri sui collegamenti tra politici e malavita organizzata
Il Consiglio dei Ministri ha sciolto il consiglio comunale di Bordighera per infiltrazioni mafiose. La richiesta era stata avanzata l'estate scorsa dai carabinieri, che avevano compilato un dossier dal quale emergeva l'ipotesi di un collegamento tra alcuni politici e la malavita organizzata. A far scattare le indagini erano state le minacce rivolte agli ex assessori Marco Sferrazza e Ugo Ingenito. A fronte di quel dossier, era stata nominata una commissione ispettiva, che dopo quattro mesi ha consegnato al prefetto di Imperia Francescopaolo Di Menna una relazione. Il rappresentante di governo, a sua volta, ha realizzato un'altra relazione, poi mandata al ministro Maroni. La decisione del ministro dell'Interno è dunque arrivata al termine di una vicenda giudiziaria culminata la scorsa estate con l'arresto di otto imprenditori, membri di alcune famiglie di origine calabrese (Pellegrino, Valente, De Marte, Barilaro) alcuni dei quali ritenuti "contigui" alla 'ndrangheta. Dalle indagini svolte dai carabinieri erano emerse tra l'altro pressioni sul sindaco e su alcuni assessori per ottenere l'apertura di una sala giochi ed altri favori. Era stata quindi consegnata una informativa al prefetto Francesco Paolo Di Menna con l'ipotesi di scioglimento del Consiglio Comunale per fenomeni di infiltrazione e di condizionamento di tipo mafioso. Il sindaco Giovanni Bosio si è sempre difeso affermando che né lui né la giunta erano a conoscenza dei fatti indicati nelle indagini. «Sono amareggiata e delusa per la mia città, ma è una cosa che doveva essere fatta» commenta Donatella Albano (Pd), consigliera comunale di opposizione di Bordighera dalla scorsa estate sotto protezione delle forze dell'ordine per le minacce ricevute.


Liberazione 11/03/2011, pag 3

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