venerdì 5 agosto 2011

Carlo Cafiero, il primo divulgatore di Marx in Italia

Quanti libri che hanno condizionato la storia umana, avrebbero sortito lo stesso effetto se non ci fossero stati altri libri che ne riassumessero il contenuto a beneficio di un pubblico vasto di lettori, anche di quelli meno provvisti di strumenti culturali? Chissà. Ci si potrebbe chiedere, ad esempio, se il Capitale avrebbe potuto influenzare il movimento operaio italiano e diventare linguaggio corrente nella coscienza collettiva dei lavoratori, a prescindere dai primi tentativi di divulgare un pensiero così complesso - e talvolta ostico - come quello di Marx. Non c'è dubbio che le vicende politiche del marxismo italiano siano debitrici dell'opera di Carlo Cafiero, "anarchico comunista" e primo divulgatore in assoluto che fece conoscere Marx all'interno dei nostri confini. Giusto omaggio è quello che tributa a questa figura una piccola casa editrice, Ortica, che ha ripubblicato il Compendio al Capitale di Marx scritto da Cafiero nel 1879 (pp. 64, euro 2,80). Un'opera a suo modo miracolosa, in grado di riassumere il contenuto del Primo libro marxiano in poche decine di pagine. «Un profondo sentimento di tristezza mi ha colto - scriveva Cafiero - studiando il Capitale, quando ho pensato che questo libro era, e chi sa quanto rimarrebbe ancora, affatto sconosciuto in Italia». Non ai colti si rivolge Cafiero, ma ai «lavoratori dotati di intelligenza», ai «giovani che sono usciti dalla borghesia e hanno sposata la causa del lavoro, ma che non hanno un corredo di studi sufficiente» e a «quella prima gioventù delle scuole, dal cuore ancora vergine».


Liberazione 24/07/2011, pag 15

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