venerdì 5 agosto 2011

Quel giornalismo immaginifico di “Libero"

Islamofobie

Spettacolari, davvero spettacolari le pagine che Libero consacra alla strage di Oslo. Una testimonianza di fanta-giornalismo da mostrare nelle scuole; esemplare nel rovesciamento tra realtà e desiderio, fatti e ideologia, speranza e verità. Il sospetto che dietro i massacri ci fosse la mano levantina di al Qaeda, si trasforma in una demenziale requisitoria contro l'Islam e contro il lassismo di alcuni governi occidentali che permettono alla cultura musulmana di prosperare in seno alla nostra civiltà.
Certo, quando scrivi ispirato dal fanatismo la penna rischia di scivolare verso approdi fiabeschi, i meccanismi pavloviani prendono il sopravvento e il pensiero lascia il posto al riflesso condizionato (è accaduto in parte anche al Giornale e al Foglio). Ma stavolta il quotidiano diretto da Maurizio Belpietro si è superato. Si comincia dalla "prima"; scatola alta con titolo inequivocabile: "Con l'Islam il buonismo non paga: Norvegia sotto attacco". Poi tre pagine interne su cui svetta l'eloquente testatina "Jihad in Norvegia". Articolessa di apertura con titolo a cinque colonne: "Terrore islamico a Oslo". In controapertura un focus sui musulmani nel paese scandinavo : "E' il paradiso dell'integrazione, ma l'islam vuole tutto il potere". Infine l'approfondimento internazionale con l'ansiogeno "Fine di un'illusione: è ancora l'11/9. Rischia anche l'Italia". Dopo aver letto la sequenza, sapendo che l'autore del massacro è un suprematista cristiano, si resta smarriti. E ci si incazza anche un po'.
Naturalmente la pista jihadista era più che plausibile: il ruolo della Norvegia nella missione Nato in Afghanistan, le vignette dissacratorie su Maometto apparse su alcuni quotidiani nazionali, la condanna per terrorismo del mullah di origine curda Krekar avvenuta lo scorso mese, sono tutti elementi che inizialmente hanno accreditato la tesi di un attacco di al Qaeda. La rivendicazione (sciacallesca) del sedicente gruppo ricoluzionario Ansar al-Jihad al-Alami apparsa poche ore dopo gli attacchi su alcuni forum islamisti sembrava avesse chiuso il cerchio. In molti sono caduti nella trappola, ma con il beneficio del dubbio.
Libero no, è andato oltre la trappola, oltre il dubbio, oltre il reale. E ha costruito un climax di eventi immaginari e immaginifici dall'effetto psichedelico. Ma dal retrogusto avariato.
d.z.


Liberazione 24/07/2011, pag 2

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