venerdì 5 agosto 2011

Immigrazione reclusione nei Cie da 6 a 18 mesi, la Camera dice sì. Le opposizioni: «Barbarie»

Con il voto favorevole di Pdl e Lega la Camera ha approvato il dl sull'immigrazione. Il decreto, teso anche a evitare procedure di infrazione dalla Ue prevede, tra l'altro, l'esclusione dell'espulsione per il migrante irregolare identificato alla frontiera e la possibilità, se non c'è l'allontanamento coatto, di richiedere al prefetto un periodo, tra 7 e 30 giorni, per la partenza volontaria; introduce il permesso di soggiorno per motivi umanitari, anche per i minori stranieri non accompagnati «ammessi ad un progetto di integrazione sociale e civile»; prolunga da 5 a 7 giorni il termine in cui il migrante deve lasciare l'Italia su ordine del questore, qualora non sia stato internato in un Cie. Ma il punto cruciale del decreto riguarda proprio i Cie: il periodo massimo di trattenimento dei migranti nei Centri viene triplicato, da sei a 18 mesi. Alla soddisfazione della maggioranza , che parla di «accoglienza», «rigore» e «sicurezza», risponde l'indignazione di forze sociali (Cgil) e opposizioni, che denunciano la «barbarie» del provvedimento. La stessa Livia Turco, inventrice con Napolitano dei Cpt, tuona: «Trattenere per 18 mesi innocenti è più punitivo del carcere; si tratta di persone innocenti che non hanno subito nessun processo. Non è un caso che Maroni chiuda i Cie alla visita di giornalisti, parlamentari e associazioni. Si tratta», è oggi convinta Turco, «di una norma disumana, ingiusta, inefficace e costosa».


Liberazione 15/07/2011, pag 2

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