mercoledì 3 agosto 2011

«Preparano un massacro sociale. Tutta l'Europa deve indignarsi»

Alexis Tripras Presidente del Synaspismos

Rosy Marano
Ieri il governo socialista di Papandreu ha ottenuto la fiducia. Nonostante fuori dal Parlamento migliaia di persone continuavano la protesta contro il piano di austerità. Abbiamo intervistato Alexis Tripras, giovane Presidente del Synaspismos, partito che viene accusato dal governo di fomentare la rivolta delle piazze.

Perché il governo continua a sostenere le politiche dell'Ue Fmi?
In primo luogo i socialisti non sanno fare altro che seguire docilmente i mercati. Pensavano che con la dissoluzione dello stato sociale, la rimozione dei diritti fondamentali del lavoro, e affondando l' intera società nella disoccupazione, povertà e insicurezza potevano conquistare il favore degli speculatori internazionali. Come previsto, invece, hanno causato una recessione terribile. La seconda ragione è che il governo, come l'opposizione di destra, sono perfettamente in linea con gli interessi delle banche e del capitale. E in terzo luogo, perché sperano di essere salvati politicamente dall' indignazione popolare attraverso l'appoggio e la fiducia dei potenti circoli neo-liberali d'Europa. Sono stati e sono tragicamente fuori strada. L'indignazione nei loro confronti si sta dimostrando più forte di loro piani.

Qual è il modo alternativo di affrontare questa crisi?
Prima di tutto abbiamo bisogno di abbandonare il memorandum Ue-Fmi, fermare la privatizzazione dei servizi, come con il referendum sull'acqua avete fatto in Italia, e subito rinegoziare il debito in modo da taglierne una gran parte. E questo deve avvenire in livello europeo. Questo debito non può essere ripagato senza distruggere la società. Questo è ormai capito da quasi tutti. In secondo luogo dobbiamo ridistribuire reddito e ricchezza, tassando i redditi molto grandi e le proprietà. La Grecia è probabilmente il paese con la maggiore disuguaglianza sociale, ma 600 miliardi di euro sono depositati in banche svizzere. Questo è il doppio del pil greco. Terzo, dobbiamo portare avanti un massiccio programma di investimenti pubblici che creino posti di lavoro e protezione sociale. È inoltre necessario che le banche che non possono essere ricapitalizzate dai soci siano nazionalizzate e le loro politiche cambiate per proteggere le piccole imprese, investire in programmi di edilizia per i redditi bassi. L'obiettivo è la liberazione del lavoro e della società dai vincoli del profitto e del capitale. Vogliamo un'economia dei bisogni umani e dei beni comuni.

Pensi che sia possibile il fallimento del vostro paese?
Se continuiamo la via del memorandum il fallimento è certo. Ma in un certo senso, la Grecia è già in bancarotta. Il governo non riesce a soddisfare i suoi pagamenti, e interi settori della società non possono più soddisfare le loro esigenze immediate. La Grecia è al lavoro per pagare gli strozzini. Questo deve finire. La Grecia ha bisogno di un governo che dica basta, non posso essere al servizio di questo debito, perché nessun paese indebitato è stato salvato con massicci prestiti costosi. La leadership europea lo sa. Pertanto dobbiamo avere una soluzione europea al problema del debito.

Che cosa possiamo fare in Europa per combattere le politiche di austerità?
Prima di tutto, solidarietà. Nelle piazze greche, gli indignati sono connessi attraverso Internet con le piazze della Spagna, con il movimento degli "indignati". Nei loro cartelli esprimono solidarietà alla Grecia, così come noi stiamo agitando le bandiere spagnole, italiane e irlandesi. Questa è l'Europa dei popoli che chiede un futuro di dignità. Questo è ciò che i lavoratori di tutta Europa capiscono. Il conflitto e la competizione non è tra i popoli. Si tratta di un conflitto tra capitale e lavoro a livello europeo. La classe operaia d'Europa dovrebbe combattere insieme, piuttosto che competere l'un l'altro con monete nazionali, svalutazioni o programmi di austerità come quelli del Fmi. In Germania, la Merkel dice ai lavoratori idioti, si lavora per pagare i greci. Quello che non dicono loro è che quello che stanno facendo oggi in Grecia, domani si realizzerà in Germania. Ovvero l'abolizione dei contratti collettivi, la distruzione del welfare state, il declino dei salari in povertà. E che i tedeschi sono costretti a concedere prestiti ai greci per salvare le banche zombie. Al Congresso di Atene, in Marzo, il Partito della Sinistra europea ha dimostrato come vi siano alternative praticabili in grado di proteggere la società. Il capitalismo europeo non ci è riuscito. La crisi è endemica. Ora è il momento per l'Europa dei popoli, un'Europa con un volto sociale e democratica. E vinceremo insieme, strade, piazze e luoghi di lavoro, nella solidarietà, nella militanza e nelle battaglie comuni.


Liberazione 23/06/2011, pag 7

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