venerdì 5 agosto 2011

Segreto di Stato sulle armi sparite. Lettera aperta della Rete italiana per disarmo e la Tavola della pace

Perché il segreto di Stato deve servire per nascondere i traffici di armi?. E' il titolo del comunicato che accompagna la "Lettera aperta" al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, firmata dalla Rete italiana per disarmo e la Tavola della pace. Le organizzazioni reclamano l'attenzione sulla recente notizia dell'imposizione del segreto di Stato da parte del governo sulla "sparizione" di 400 missili Fagot, 30 mila mitragliatori AK-47, 5 mila razzi katiuscia, 11 mila razzi anticarro, 32 milioni di proiettili per mitragliatori. Decisione che ha bloccato le indagini che la magistratura di Tempio Pausania stava conducendo sulla destinazione finale del carico di armamenti sequestrati nel 1994 e che, su ordine del Tribunale di Torino, avrebbero dovuto esser distrutti. Un arsenale che invece, due mesi fa, è stato portato via dal bunker della Marina militare dell'isola di Santo Stefano, consegnato all'Esercito e sparito nel nulla. E nel merito, ricordano le organizzazioni, lo stesso governo già nel 2009 autorizzò l'invio a Gheddafi di oltre 11mila tra pistole e fucili semiautomatici di alta precisione della ditta Beretta decidendo di non comunicarlo all'Ue. Grazie al fatto che «l'Italia non possiede una legislazione specifica su trafficanti e broker di armi» pur esistendo dal 2003 una "Posizione comune dell'Ue" che obbligherebbe ad un adeguamento legislativo.


Liberazione 24/07/2011, pag 6

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