mercoledì 3 agosto 2011

E ora la lotta per la proporzionale!

Raul Mordenti
Sono pochi i giornali che hanno dato conto di cosa chiedono in concreto gli "indignados" spagnoli, e di conseguenza sono pochi gli italiani che lo sanno: ebbene, quel movimento (che definisce se stesso «democracia real ya!», democrazia reale subito) chiede con grande forza nel suo programma «la modificazione della legge elettorale per garantire un sistema autenticamente rappresentativo e proporzionale che non discrimini nessuna forza politica né volontà sociale» (cfr. l'intero programma nel sito www.carta.org). E' questa un'assoluta necessità per liberarsi del soffocante bi-polarismo che, anche in Spagna!, uccide la democrazia, costringendo gli elettori a scegliere tra due varianti del medesimo "pensiero unico" e delle medesime politiche antipopolari, cioè fra il Psoe di Zapatero e la destra del Ppe.
Lo stesso tema della conquista di una legge elettorale proporzionale deve essere messo all'ordine del giorno anche in Italia. Forse il berlusconismo è morto, ma certo esso non è sepolto, e continuerà ad ammorbare l'aria della democrazia italiana se la sinistra non saprà delineare una vera via d'uscita. Al centro di tale fuoruscita c'è la legge elettorale proporzionale, esattamente come ci fu l'irresponsabile abbandono della proporzionale (da parte dell'allora Pds) all'origine del berlusconismo. Ora forse risulta chiaro a tutti quello che, da soli, veniamo dicendo da quasi venti anni, cioè che la proporzionale (che significa solo assegnare tanti seggi quanti sono i voti) è in realtà tutt'uno con la Costituzione, e che con la proporzionale l'avventura berlusconiana sarebbe stata semplicemente impensabile. Direi che la legge elettorale maggioritaria, il premio di maggioranza, la personalizzazione della politica, il bipolarismo e il presidenzialismo (tutti - non per caso - punti del Piano della P2 di Licio Gelli!) hanno svolto per il berlusconismo esattamente lo stesso ruolo che la monarchia svolse per il fascismo, cioè gli hanno aperto le porte; e come la monarchia non potè sopravvivere al fascismo, così la filosofia anti-proporzionale non può e non deve sopravvivere al berlusconismo.
Poiché questo nostro infelice Paese sembra abituarsi anche alle peggiori nefandezze (soprattutto se esse vengono sponsorizzate unanimemente dagli organi del "pensiero unico" e da la Repubblica) non sarà male ricordare di cosa stiamo parlando.
Stando ai risultati elettorali (pure per noi pessimi) del 2008, Berlusconi non avrebbe avuto affatto la maggioranza dei seggi senza la legge "porcellum": il suo Pdl riportò il 37,2% dei voti, ma comprendendo anche i voti dell'Mpa e di Fini, che non ha più, e che al tempo erano da valutare almeno intorno al 10%; dunque Berlusconi aveva circa il 29,2% dei voti; ma questa percentuale si riduce al 21,1% se si calcolano gli aventi diritto al voto (cioè anche gli astenuti) ed è pari al 20,2% della popolazione italiana sopra i 18 anni (considerando gli italiani non-cittadini italiani, dunque privati del diritto di voto, secondo noi ingiustamente). Con queste percentuali Berlusconi ha ottenuto una schiacciante maggioranza alla Camera, che mai nessuno aveva avuto prima di lui (tranne Mussolini grazie ad un'altra legge elettorale anti-proporzionale!), cioè 340 seggi su 630. Ciò è stato possibile grazie a un doppio effetto deformante della volontà popolare indotto dalla legge elettorale: sia il premio di maggioranza alla coalizione più votata e sia la cancellazione dei seggi di chi non ha superato lo sbarramento del 4%. Faccio notare che grazie a tale sbarramento (anch'esso considerato da molti "democratici" cosa buona e giusta) ci sono stati nel 2008 ben 3.578.000 voti espressi, pari al 10% degli elettori (sarebbero il terzo partito italiano!), che non hanno avuto alcuna rappresentanza parlamentare. Una vergogna. E non è possibile quantificare l'effetto deformante ancora più violento insito in quel sistema, e cioè il ricatto del cosiddetto "voto utile" che ha spinto molti bravi (ma imperdonabili!) compagni a dare retta a Veltroni e a votare per i tanti Calearo presenti nel Pd, perché convinti che solo in tal modo si poteva sbarrare la strada a Berlusconi (e ora, come sappiamo, quei deputati sostengono Berlusconi!).
La tabella qui sotto, costruita un po' alla buona (perché fra l'altro non tiene conto dei 12 seggi degli italiani all'estero), riassume il terribile effetto antidemocratico del porcellum.
Occorre dunque abolire la legge porcellum, o almeno il premio di maggioranza e lo sbarramento, per poter riparlare di democrazia in Italia. Altrimenti - a porcellum vigente - anche un Berlusconi mezzo morto può rigiocarsela, perché egli ha un "potere di coalizione" assai maggiore che il centro-sinistra. Né sarà il "modello Macerata", invocato risibilmente da D'Alema, e l'accordo con l'Udc di Casini (e Cuffaro) a salvarci. E' urgente aprire un grande dibattito nel Partito, nella FdS e nel Paese, ed è urgente coinvolgervi anche la forze del centro-sinistra, a cominciare dai compagni di Sel che sembrano talvolta recitare il ruolo degli ultimi pasdaran della micidiale "vocazione maggioritaria" veltroniana.


Liberazione 10/06/2011, pag 7

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