giovedì 20 gennaio 2011

Acqua pubblica, via libera a due referendum su tre

Il Comitato: «Subito la moratoria del decreto Ronchi». Ammessi anche i quesiti dell'Idv su "scudo" e nucleare

Beatrice Macchia
In attesa (oggi) della sentenza sulla costituzionalità del legittimo impedimento, ieri la Corte costituzionale preso la sua decisione sull'ammissibilità dei referendum in materia di privatizzazione dell'acqua e della costruzioni di nuove centrali nucleari. I quesiti proposti dai comitati promotori erano in tutto cinque: quattro relativi alla gestione degli acquedotti e uno sul ritorno dell'atomo. Il verdetto della Consulta dà via libera a solo tre proposte. Per quanto riguarda l'acqua, i provvedimenti nel mirino dei referendari erano due: il decreto Fitto-Ronchi e la precedente normativa varata in materia dal governo Prodi.
A passare il vaglio di costituzionalità sono stati il quesito proposto per cancellare le norme in materia di «determinazione della tariffa del servizio idrico integrato in base all'adeguata remunerazione del capitale investito» (a proporlo è stato il Comitato "Siacquapubblica" che raccoglie giuristi quali Stefano Rodotà e Gaetano Azzariti) e quello per cancellare le norme sulle procedure di affidamento con gara a privati dei servizi pubblici locali di rilevanza economica fissate dal decreto Ronchi-Fitto. Rigettati, invece, il quesito promosso sullo stesso argomento da Antonio Di Pietro e quello per abrogare le «norme limitatrici della gestione pubblica del servizio idrico», promosso sempre dal comitato "Siacquapubblica".
Del "pacchetto" di referendum promossi dall'Italia dei valori, sono stati ammessi, come detto, quello sul nucleare che cancella circa 70 norme contenute nei provvedimenti che con il governo Berlusconi hanno riaperto la strada a nuove centrali nucleari; e quello per abrogare la norma sul legittimo impedimento. Quest'ultimo, ovviamente, si svolgerà solo se la Consulta dovesse giudicare costituzionale la norma che protegge il premier Berlusconi dai processi.
Soddisfazione al Comitato "Siacquapubblica". «Attendiamo le motivazioni della Consulta sulla mancata ammissione del terzo quesito, ma è già chiaro che questa decisione nulla toglie alla battagia per la ripubblicizzazione dell'acqua e che rimane intatta la forte valenza politica del referendum». Il Comotato promotore «oggi piùà che mai esige un immediato provvedimento di moratoria sulle scadenze del Decreto Ronchi e sull'abrogazione degli Aato». Per Paolo Ferrero «il via libera ai referendum sull'acqua e il nucleare consente di prefigurare un rovesciamento delle politiche liberiste con cui è stata affrontata finora la crisi. Ciò si può realizzare attraverso la demercificazione e il rilancio del valore di bene comune dell'acqua pubblica - conclude Ferrero - E intraprendendo la strada delle energie alternative che potrà aprirsi col sì al quesito contro il nucleare».
Se non ci saranno elezioni anticipate (nel qual caso i referendum slitterebbero di un anno), gli elettori saranno chiamati ad esprimersi in primavera. Il Comitato "Siacquapubblica" «attiverà tutti i contatti istituzionali necessari per chiedere che la data del voto referendario coincida con quella delle elezioni amministrative».

Liberazione 13/01/2011, pag 7

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