mercoledì 19 gennaio 2011

Pakistan, assassinato il governatore del Punjab «Punito perché blasfemo»

Un uomo politico influente e moderato vicino al presidente
Matteo Alviti
Assassinato perché di vedute troppo liberali in materia di religione e diritti civili. Salman Taseer, governatore della regione pakistana del Punjab, è stato ucciso da una delle sue guardia del corpo in un mercato poco distante dalla sua abitazione di Islamabad. Un delitto grave, che potrebbe far sprofondare in una pericolosa instabilità il Pakistan, potenza nucleare economicamente in crisi e con una leadership molto debole.
Taseer, che era anche un importante membro del Partito popolare pachistano alla guida del paese, sarebbe stato ucciso perché recentemente aveva definito quella sulla blasfemia una "legge nera", kala kanoon in urdu. Cioè ne aveva criticato alcuni aspetti controversi che si prestano a strumentalizzazioni pericolose per le minoranze religiose e incoraggiano l'estremismo islamico. Il governatore aveva particolarmente a cuore il problema, come indica il suo interessamento per il caso di Asia Bibi, la cristiana madre di cinque figli condannata a morte da una corte del Punjab lo scorso novembre per aver offeso il profeta Maometto. «Taseer ha dimostrato di essere un uomo politico raro», ha detto Ali Dayan Hasan di Human Rights Watch a proposito del governatore ucciso, «che non ha avuto paura di mettere a rischio la sua vita esponendosi con una presa di posizione rischiosa contro le discriminazioni e gli abusi». Taseer aveva inoltre espresso più volte dure critiche contro i taliban e i militanti islamisti, che continuano a farsi strada nel nordovest del paese e, negli ultimi anni, nella stessa regione del Punjab.
Ma le sue idee non sono evidentemente condivise da una buona parte della popolazione, come starebbe a indicare la recente serrata di pochi giorni fa, una protesta nazionale organizzata dai commercianti contro ogni "ammorbidimento" della legge sulla blasfemia.
A uccidere l'uomo politico pakistano è stato Malik Muntaz Hussain Qadri, che in passato era già stato assegnato alla scorta del governatore altre cinque o sei volte, ha chiarito il ministro degli interni Rehman Malik. «Salman Taser è un blasfemo, e questa è la punizione per i blasfemi», avrebbe detto Qadri poco dopo l'omicidio.
Il governatore assassinato, molto vicino al presidente Asif Ali Zardari, era indubbiamente una delle personalità più carismatiche e tra le voci più moderate del Partito popolare pakistano, emotivamente distaccato dall'islam più conservatore. Anche se nel Ppp, dicono i critici, impersonificava l'élite liberale, spesso accusata di essere troppo distante dalla vita reale e dai problemi delle masse. Taseer era stato meso a capo della regione pakistana più popolosa e importante nel 2008. L'omicidio del governatore è l'assassinio politico più rilevante dall'attentato all'allora primo ministro Benazir Bhutto - moglie dell'attuale presidente Zardari - del dicembre 2007.
Il primo ministro pakistano Gilani ieri ha invitato alla calma la popolazione e i membri del Ppp, annunciando un'approfondita indagine sul caso e tre giorni di lutto nazionale per Taseer, a cui saranno concessi i funerali di stato. Poco dopo la notizia dell'assassinio, infatti, decine di militanti del partito popolare erano scesi in strada nella capitale della regione, Lahore, dove avevano bruciato alcuni copertoni e bloccato il traffico. Gilani vuole evitare il ripetersi dei gravi incidenti e delle violenze seguite all'assassionio della Bhutto, membro dello stesso partito di Taseer.
Ma il premier, in questo momento, non vive una situazione particolarmente felice. La sua maggioranza si è sfaldata la scorsa domenica con il passaggio del movimento di Muttahida Qaumi all'opposizione per un dissidio sui rialzi del prezzo della benzina. In queste condizioni le pressioni dell'opposizioni sembrano irresistibili. Solo pochi giorni prima dell'assassinio di Taseer, il leader del partito d'opposizione Lega pakistana musulmana-N (Pml-N), Nawaz Sharif, aveva annunciato al premier un ultimatum di 72 ore per trovare l'intesa su una serie di riforme proposte dal suo partito, minacciando altrimenti l'uscita del Pml-N dal governo del Punjab, dove si trova in maggioranza. Gilani è in una posizione estremamente delicata dal momento che il partito di Sharif potrebbe in qualsiasi momento chiedere una votazione sulla sfiducia al governo nazionale - anche se ieri negava questa eventualità - per portare il grande alleato degli Usa nella regione a nuove elezioni. Un'ipotesi che di certo non piacerebbe a Washington per la pericolosa instabilità che potebbe portare nell'area, e che certamente aggraverebbe ancora di più i problemi del confinante Afghanistan.

Liberazione 05/01/2011, pag 7

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