giovedì 20 gennaio 2011

Libano di nuovo nel caos Hezbollah lascia il governo

Dietro la rottura dei partiti filosiriani, il braccio di ferro sull'inchiesta internazionale sull'omicidio Hariri
Sara Volandri
Il governo di Saad Hariri non esiste più. Caduto nelle stesse ore in cui il premier libanese veniva ricevuto a Washington dal presidente Barack Obama. Cancellato dalle dimissioni di undici ministri, appartenenti a Hezbollah e ai suoi alleati. Sul tavolo, l'inchiesta internazionale sull'attentato nel quale perse la vita Rafiq Hariri.
L'annuncio, in diretta televisiva, è stato dato da uno dei ministri dimissionari, mentre il premier Saad Hariri arrivava alla Casa Bianca a Washington per un incontro con il presidente Back Obama. L'apertura di una crisi nel governo di unità nazionale (che conta trenta ministri) era già nell'aria martedì sera, quando esponenti dell'opposizione avevano affermato che l'iniziativa avviata a luglio da Siria e Arabia Saudita per superare lo stallo politico in Libano era «giunta ad un punto morto». Uno stallo provocato dal braccio di ferro con il movimento Hezbollah sulla richiesta al premier Hariri di interrompere la collaborazione con il Tribunale speciale per il Libano (Tsl) che indaga sull'assassinio nel 2005 dell'ex premier Rafik Hariri. Il Tsl ha sede in Olanda ed è presieduto dal giudice italiano Antonio Cassese, e prevedibilmente nelle prossime settimane dovrebbe giungere all'incriminazione di alcuni membri dello stesso Hezbollah. Ieri mattina, i ministri dell'opposizione avevano esplicitamente minacciato di dimettersi se non fosse stata accolta la loro richiesta di convocare una riunione dell' esecutivo per prendere una decisione relativa proprio alla questione del Tribunale internazionale, che Hezbollah definisce «un progetto israeliano» per screditarlo.
La crisi è inevitabile, visto che - in base alla Costituzione - se si dimette un terzo dei ministri del governo, l'esecutivo non può restare in piedi. Dopo l'annuncio ufficiale dell'abbandono dei suoi undici ministri, il premier Saad Hariri ha interrotto la sua visita ufficiale negli Stati Uniti per rientrare a Beirut entro oggi. Lo ha riferito l'emittente satellitare al-Arabiya, aggiungendo che al suo arrivo il premier incontrerà il presidente Michel Suleiman. La tv araba indipendente Mtv riporta che, prima di rientrare a Beirut, Hariri farà tappa a Parigi per un colloquio con il presidente Nicolas Sarkozy.
Immediate le reazioni politiche. «L'opposizione deve farsi carico delle sue responsabilità ed evitare di compromettere la sicurezza e la stabilità del paese». È stato questo il primo commento delle forze filo-occidentali del 14 Marzo, di cui fa parte il partito Mustaqbal del premier Saad Hariri, all'annuncio delle dimissioni di dieci ministri della minoranza filo-siriana e uno designato dal presidente.

Liberazione 13/01/2011, pag 8

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