giovedì 20 gennaio 2011

Rousseff: Yuan e dollaro sottovalutati

Il Brasile alza la voce
Qualche giorno fa il ministro dell'economia brasiliano Mantega si era detto preoccupato, durante un'intervista con il FInancial Times, per il possibile arrivo di una guerra commerciale a colpi di tariffe se non smetterà la politica di deprezzamento delle monete da parte di alcuni giganti economici. Mantega era stato diretto, aveva parlato di dollaro Usa, che le autirità monetarie di Washington terrebbero basso per cercare di ridare fiato all'economia, e di yuan cinese, il cui tasso di cambio è fissato per legge. Ieri la neo-eletta presidente Dilma Rousseff è tornata sul tema. A suo modo di vedere, il deprezzamento di dollaro e yuan è una questione politica cruciale e sarà in cima alla sua agenda diplomatica. La sottolineatura di Rousseff è per Pechino, nel senso che nei prossimi mesi è previsto un viaggio della presidente proprio in Cina per il vertice dei Paesi emergenti assieme a India, Sudafrica e Russia (i BRIC).
Il tema è centrale e lascia intravedere possibile fratture e frizioni che un tempo contrapponevano Nord e Sud del mondo (ovvero Usa ed Europa contro qualcuno a turno), oggi si moltiplicano e rendono l'economia globalizzata sempre più difficile da regolare. L'esempio del dollaro è calzante: nell'ultimo anno il real brasiliano ha guadagnato il 38% di valore nei confronti del biglietto verde.

Liberazione 12/01/2011, pag 6

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