mercoledì 19 gennaio 2011

Pechino vieta di usare l'inglese sui mass-media

«Mette in pericolo la purezza della lingua cinese»
Vietato utilizzare espressioni in lingua inglese sui mass media cinesi, perché metterebbero a rischio «la purezza della lingua». L'Amministrazione generale cinese per la stampa e le pubblicazioni (Gapp), l'agenzia governativa incaricata di controllare il settore, citata dalla stampa, ha deciso dunque di mettere in sicurezza il proprio idioma, dichiaranado guerra all'uso del "bastardo" inglese. Un provvedimento che ricorda l'autarchia linguistica predicata dal regime fascista italiano durante il Ventennio. La Gapp sostiene in tal senso che «le parole straniere mischiate con quelle cinesi danneggiano gravemente la purezza della lingua cinese e turbano l'altrimenti sano e armonioso ambiente culturale». L'uso di alcune parole utilizzate soprattutto dai giovani internauti come «cool» («forte», «alla moda») o di abbreviazioni inglesi di concetti economici come Cpi (indice dei prezzi al consumo, la misura dell'inflazione) o Gdp (Prodotto interno lordo) sono frequenti nella lingua parlata cinese e sono largamente usati anche dalla stampa e nei libri, in particolare in quelli di economia. Dong Sheran, un professore dell'Università di lingue di Pechino, citato dal quotidiano Global Times, esprime un giudizio critico sul decreto: «Viviamo in un mondo - sostiene - nel quale le parole nuove arrivano così in fretta che non si fa a tempo tradurle...la comunicazione globale non è un linguaggio chiuso alle parole straniere».

Liberazione 23/12/2010, pag 8

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