mercoledì 3 agosto 2011

Il Viminale vuole agire indisturbato

Stefano Galieni
Basta una circolare a sospendere i diritti sanciti dalla Costituzione? In Italia, finché il ministero dell'interno sarà occupato da Roberto Maroni, pare di si. E' accaduto con un comunicato striminzito con cui, in virtù dell' "emergenza" derivante dall'arrivo di profughi dal nord africa è consentito l'accesso "fino a nuova disposizione" a tutte le strutture presenti sul territorio nazionale - senza specificare se si parli di centri per espulsione, per richiedenti asilo o di pura accoglienza, soltanto a chi faccia parte di alcune organizzazioni, dall'Acnur a Msf, vietando di fatto agli operatori dell'informazione e a chi si occupa da anni di monitorare la vita nei centri di poterne verificare il funzionamento. A seguito di un appello firmato da alcuni giornalisti e pubblicato anche da Liberazione si è tenuta ieri una conferenza stampa organizzata da alcuni parlamentari dell'opposizione per chiedere l'immediato ritiro della suddetta circolare. Di sospensione del diritto ha parlato Beppe Giulietti, nella sua veste di parlamentare e di presidente di Art 21, J.Leonard Touadì si è spinto a definire, soprattutto i Cie, luoghi di limbo giuridico terribilmente somiglianti a delle piccole Guantanamo, ha notato come la circolare non definisca neanche l'insieme delle strutture a cui si fa riferimento. Touadì ha proposto di organizzare insieme ai firmatari dell'appello, che sta circolando nelle diverse reti, da Art 21 a Micromega, presidi di protesta di fronte alle prefetture. Vincenzo Vita ha assicurato anche l'appoggio dei senatori verso questa iniziativa, esprimendo indignazione verso i divieti ma notando come rispetto ai Cie, ogni volta che ci si avvicinava, anche in passato, sembrava di toccare un filo spinato. Dopo gli interventi dei firmatari ha concluso la conferenza Roberto Natale che, leggendo la circolare, ha trovato inaccettabile l'idea di definire il diritto ad informare "un intralcio", e affermando che in questa maniera si mette anche a repentaglio, togliendo trasparenza, la credibilità delle istituzioni. Natale ha paragonato l'asfissia con cui i giornalisti stazionano davanti alla casa di Avetrana, cercando di violare un dolore personale con la necessità di essere invece dentro e davanti a luoghi che necessitano di trasparenza. Dopo aver ricevuto l'adesione della Federazione delle Chiese Evangeliche, del comitato primo marzo e dell'Asgi, si è deciso di procedere ad una offensiva mediatica e parlamentare per rompere questo muro di gomma creato attorno ai centri. Un impegno raccolto già da IdV e Radicali ed esteso alle forze politiche sensibili ma non presenti in parlamento.


Liberazione 01/06/2011, pag 1

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