Il ritorno di Casarini con delegazione. Dialogo aperto con i Disobbedienti
Angela Mauro
Bari - San Giorgio (nostra inviata)
Forse un pezzo di ‘rivoluzione' è già avvenuta. Chi ha vissuto Genova 2001 e la diaspora della sinistra, chi in questi ultimi nove anni ha assistito e partecipato a rotture e scismi, alla fine di rapporti politici e anche personali, la vive così. Come una piccola rivoluzione, con sorpresa e un pizzico di divertimento. Perché la presenza di una delegazione di centri sociali del nord-est ma anche romani e napoletani agli stati generali delle Fabbriche di Nichi Vendola è la vera novità di questa tre giorni pugliese, sul mare a sud di Bari. Ci sono i padovani guidati da Luca Casarini, Francesco Raparelli dell'Esc di Roma, Nunzio D'Erme e Andrea Alzetta di Action, Antonio Musella dell'Insurgencia di Napoli. Inedito. Non tutti, certo, alla stessa distanza di avvicinamento da Nichi, fenomeno delle primarie pugliesi, lanciato nella difficile corsa verso Palazzo Chigi. Ma se il napoletano Musella spiega di essere venuto al villaggio Baia San Giorgio come "osservatore", c'è Casarini che ammette che lui e i suoi si sono «lanciati in quarta» per capire come «ritrovare un cammino comune». Perché, dopo la chiusura della «fase dell'autonomia e del no logo», con Fini che «a Genova ordinava le bastonate e ora passa per campione di democrazia», con la Lega che «in Veneto è cu cux clan», non c'è tempo da perdere. «Se prima un altro mondo era possibile, ora è necessario», dice Casarini.
E così, davanti al mare di Puglia, si tesse e ritesse una tela di rapporti a sinistra lacerata da anni e demolita dal colpo di grazia del governo Prodi. A dir la verità, le manovre di avvicinamento tra Vendola e i ‘nordestini' risalgono a qualche mese fa. Lunedì scorso poi la partecipazione del governatore pugliese a un dibattito dello Sherwood Festival a Padova. «Duemila persone», racconta pure Nicola Fratoianni, ex Disobbediente e capo dei Giovani Comunisti, ora assessore della giunta Vendola. E fa effetto vederlo insieme con Casarini al bar del villaggio San Giorgio per un caffè. Gli anni del gelo sono finiti. All'ultimo momento, agli Stati generali, si organizza persino un dibattito comune tra Fabbriche ed ‘ex Disobbedienti', il "dibattito del millennio", lo chiama qui chi va per i quarant'anni, ridendo di una riconciliazione impensabile anche solo un anno fa. I ventenni ‘fabbricanti', la maggioranza qui al camping pugliese, certo non possono aver memoria di liti e rotture. Però il punto unificante per tutti resta lo stesso. E cioè, spiega Raparelli dell'Esc, «come tenere insieme società e politica». Ineludibile. «Abbiamo aperto un'interlocuzione - continua - e qui abbiamo ascoltato molto. Non abbiamo intenti di fusione con le Fabbriche ma pensiamo che in questa fase sia importante connettere percorsi differenti nella speranza di trovare consonanze su temi programmatici, dal reddito ai beni comuni». Per Alzetta, consigliere capitolino ed esponente di Action, «la ricerca sta nel capire come questa esperienza delle Fabbriche si connette con le istituzioni». Della serie: si cerchi di evitare il meccanismo già sperimentato in passato di esaurire il rapporto tra politica e movimenti nella candidatura di uno o due esponenti di questi ultimi.
Ci si riprova, dunque. Per ora, si brinda alla riappacificazione. E' accaduto anche questo qui a Bari, alla festa di benvenuto agli Stati generali organizzata venerdì sera. Tutti lì, al ritmo della taranta salentina. Balli a parte, il filo diretto col nord-est passa anche per le frequenze delle web radio: il primo giorno i dibattiti sono stati trasmessi dall'organizzazione Fabbriche, ieri quello ‘del millennio' è andato in onda su Radio Sherwood. Oggi ultima puntata: assemblea plenaria con Vendola. «In questo posto di mare e natura, soprattutto alla luce del tramonto, sembra che Nichi parli come nel giardino degli ulivi!», si sbilancia Casarini. Citazioni bibliche, addirittura. Sarà miracolo?
Liberazione 18/07/2010. pag 5
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