lunedì 12 luglio 2010

L'alternativa è l'Altro Forum

Alessandro Zagaria*
Si è concluso giovedì 17 giugno l'Altro Forum dell'Energia organizzato a Barletta dal Coordinamento No Biomasse e Inceneritori in contrapposizione al Forum Energetico Internazionale che si è tenuto negli stessi giorni (16 e 17 giugno) nel Castello di Barletta.
La realizzazione dell'Altro Forum dell'Energia è stato preceduto, negli ultimi mesi, da un intenso lavoro di raccordo tra tutte le realtà composte da movimenti e associazioni che nei propri territori stanno subendo un attacco frontale da parte di aziende interessate alla realizzazione, in quasi ogni comune della neonata provincia di Barletta-Andria-Trani, di impianti a biomasse liquide.
Tutte queste centrali hanno una potenza che oscilla tra i 30 e i 60 Mw con la necessità di importare olio di palma o olio di jatrhofa dall'Africa e dall'Asia.
Questi progetti, approvati molto spesso da amministrazioni di centro-sinistra, non rappresentano nessuna opportunità per i nostri territori visto che con questo tipo di impianti non vi sarà nessun abbattimento di Co2. L'olio, infatti, deve essere trasportato a bordo di immense navi per poi essere trasferito, ovviamente su gomma, fino a queste centrali che, come non bastasse, produrranno nanoparticelle pericolosissime per la salute dei cittadini.
Tutto ciò sta avvenendo in un territorio che vive, da anni, una profonda crisi non solo dal punto di vista economico e occupazionale, dopo la fine ingloriosa del progetto di industrializzazione che ha lasciato sulle nostre spalle gli enormi costi sociali, ma anche dal punto di vista ambientale con impianti dismessi mai bonificati e aziende ubicate nel tessuto urbano che tuttora sono in produzione e che rappresentano un problema per la salute della gente.
Aziende come la Buzzi-Unicem cementeria, in quel di Barletta, che da molti anni brucia plastiche e gomme triturate per alimentare i suoi forni e che proprio in queste ultime settimane ha inoltrato l'iter a Regione, Provincia e Comune per poter bruciare dagli attuali 26.600 tonnellate di plastiche e gomme a 80mila, tra cui anche rifiuti pericolosi.
Questo avviene nel completo silenzio della classe politica, che fa finta di non vedere che ci troviamo di fronte ad un vero è proprio assalto nei confronti della nostra Regione.
Come realtà di base abbiamo, quindi, deciso di aprire un percorso di partecipazione per cercare di mettere in relazione tutte le varie esperienze che stanno maturando nell'opposizione a questi progetti.
E' in questa chiave che nasce l'Altro Forum dell'Energia, non solo per opporsi al Forum Energetico Internazionale che si è tenuto in un Castello super blindato dalle forze dell'ordine in cui il gotha del capitalismo internazionale discuteva di nucleare, petrolio, rigassificatori, con il patrocinio di Comune e Provincia, ma anche per costruire una ampia rete di alleanze e mandare un messaggio al Presidente Vendola chiarendo che noi non siamo le fabbriche dove lui costruisce il suo consenso ma uomini e donne in carne e ossa che si battono per un nuovo modello di sviluppo basato sulla salvaguardia dell'ambiente e sulla giustizia sociale.
Perciò abbiamo voluto fortemente realizzare l'Altro Forum in concomitanza al forum delle multinazionali e della Confindustria. Lo abbiamo fatto in piazza, tra la gente, con assemblee e conferenze alle quali hanno partecipato centinaia di persone.
Sul tema del nucleare e del petrolio, tutti hanno convenuto sul fatto che ormai queste fonti energetiche rappresentano il passato. Ma l'alternativa c'è: si chiama fotovoltaico, impiantato su tutte le case. Si chiama geotermico, dal momento che qui, nella valle dell'Ofanto, a pochi metri metri ci sono temperature di oltre trenta gradi utili per produrre calore.
Purtroppo constatiamo, invece, che anche la Giunta Vendola, nel 2008, ha concesso esplorazioni petrolifere a terra tra la Puglia e la Basilicata.
Nella tre giorni dell'Altro Forum, uno degli interventi più applauditi è stato quello del giornalista Gianni Lannes che ha ricordato lo spiaggiamento dei capodogli avvenuto pochi mesi fa sul Gargano, dove questi animali hanno trovato la morte.
Il loro decesso non è stato causato dall'ingerimento di rifiuti tra cui buste di plastica come la stampa embedded ci ha raccontato, ma a causa delle ricerche di petrolio effettuate dal governo olandese su concessione del governo italiano tra novembre e dicembre 2009 nel Mar Jonio, dove si trovavano i cetacei.
Gli olandesi hanno utilizzato cannoni pneumatici (air gun) che sparano onde acustiche in acqua per saggiare il riflesso sismico e la geologia dei fondali. Questo ha causato la fuga dei capodogli verso l'Adriatico dove sono morti per embolia gassosa a livello coronarico.
Una vicenda che dimostra come i nostri mari e i nostri territori siano minacciati da multinazionali interessate a saccheggiare le nostre risorse pur di garantirsi nuovi sbocchi economici in questo periodo di crisi economica.
A conclusione della tre giorni dell'Altro Forum dell'Energia, oltre cinquecento persone hanno manifestato, in corteo, per le vie di Barletta. In piazza, comitati che sono venuti da altre città in cui si è ribadita la volontà di continuare un percorso dal basso, autorganizzato, che sappia incidere nei processi decisionali attraverso il conflitto sociale per realizzare non solo una piena democrazia ma anche per ricostruire un contesto fatto di diritti e di giustizia.
La grande partecipazione, e la grande rabbia, che hanno caratterizzato il corteo hanno dimostrato che non c'è più tempo da perdere: bisogna impegnarsi per cercare delle risposte alternative ad un capitalismo che cerca di rigenerarsi, qui in Puglia, puntando su rifiuti e energia. Per questo si è deciso di lavorare da subito per realizzare una grande mobilitazione regionale da tenersi in autunno per chiedere una moratoria su tutti gli impianti e ridiscutere, e riscrivere, insieme il piano energetico regionale che lascia, oggi, ampi spazi alle aziende per fare profitti sulla pelle della gente.
E' da qui che bisogna partire per ridare progettualità ai bisogni e alle esigenze della gente e per costruire una vera alternativa ad un sistema capitalista che crea solo miseria e devastazione.
*Coordinamento No Biomasse e Inceneritori

Liberazione 08/07/2010, pag 16

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