Il viaggio del filmaker e giornalista Richard Poplak nel pop mediorientale
«Bisognava davvero essere sciiti per capire l'Iran, o bastava essere musiciti blues? Non avendo alcuna delle due qualifiche, non potevo dirlo. Ma etichettarlo come scontro di civiltà? Qui non stiamo parlando di Mordor contro Terra di Mezzo; non c'è alcun anello da lanciare nell'occhio fiammeggiante di Sauron. Nessun hobbit, alla fine di tutto questo, si sarebbe messo a saltellare alla moviola su un soffice lettino. No, niente di così mirabolante. Cuffiette dell'iPod inserite, programmai la compilation della Hermes Qeshm. Le note vibranti di un oud. Poi, l'inconfondibile junk a junk di un riff blues». Alla fine del suo lungo viaggio attraverso l'influenza esercitata oggi dal pop nel mondo arabo e islamico, Richard Poplak non può fare a meno di fare una tappa in Iran, tra Robert Johnson - il chitarrista spesso citato come primo bluesman - e il presidente Ahmadinejad - simbolo dell'integralismo religioso.
Filmaker e giornalista, cresciuto tra il Sudafrica e Toronto, Poplak ci ha messo due anni, attraversando oltre sedici nazioni e intervistando centinaia di persone, per redigere una sorta di manuale dello Scontro di civiltà all'inverso: il suo Tra gli sceicchi in batmobile. Un viaggio pop nel Medio Oriente sconosciuto, pubblicato da l'Ancora del Mediterraneo (pp. 400, euro 18.50). Mentre ovunque si discute di quanto odio per l'Occidente sia germogliato negli ultimi anni nelle terre dell'Islam, questo spassoso diario di viaggio mette in scena l'amore e la vere e proprie fissazioni per la cultura pop occidentale che caratterizzano tanti giovani arabi: meccanici che creano Batmobili, poeti che adattano film e serie tv, supereroi in salsa turca e wargames in cui si riscrive l'Intifada.
Definito dalla stampa come un "Graham Greene punk", Poplak annota minuziosamente ogni sorta di particolare. creando delle bizzarre cosmogonie subculturali che trasformano Homer Simpson in Omar Shamshoon o svelano i legami segreti tra Lionel Richie e il Colonnello Gheddafi, con un sottofondo fatto di metal iraniano e di hip hop della Striscia di Gaza. «Dietro gli Osama bin Laden e gli Ahmadinejad, racconta il giornalista, i nuovi mediorientali si sfidano a colpi di playstation, scaricano South Park, ascoltano Rihanna, fanno wrestling e guardano Friends».
Una sorta di resistenza simbolica ai regimi totalitari prende così forma non attraverso la politica, ma per il tramite di un immaginario che impasta storia locale e miti d'oltreoceano. Sullo sfondo scorre la storia contraddittoria delle relazioni tra Oriente e Occidente, caratterizzate dalla curiosità reciproca, in verità, più che dal sospetto come sembra emergere in tempi di "guerre globali". Così, scrive Poplak, già «nell'inverno del 1921 i beduini del deserto di al Dahna avessero incrociato una carovana in viaggio dal Bahrain, si sarebbero trovati di fronte a qualcosa di veramente insolito: una scatola di metallo nero-fumo, trainata da una fila di cammelli, con le ruote che scomparivano tra le dune». Re Saud d'Arabia si era comprato una Ford modello T.
Gu. Ca.
Liberazione 18/07/2010, pag 14
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Titolo Tra gli sceicchi in batmobile. Un viaggio pop nel Medio Oriente sconosciuto
Autore Poplak Richard
Prezzo
Sconto 10% € 16,65
(Prezzo di copertina € 18,50 Risparmio € 1,85)
Prezzi in altre valute
Dati 2010, 398 p., brossura
Traduttore Crudele C.
Editore L'Ancora del Mediterraneo (collana Le gomene)
http://www.ibs.it/code/9788883252662/poplak-richard/tra-gli-sceicchi-in.html
http://www.ancoradelmediterraneo.it/index.php?page=scheda_libro&id_libro=231
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