lunedì 12 luglio 2010

Clinton cerca nuovi equilibri

Tour nelle repubbliche ex Urss

Matteo Alviti
Cinque stati in fila. Cinque repubbliche che un tempo - un altro tempo - gravitavano nell'orbita dell'Unione Sovietica. Cinque paesi che oggi ancora fluttuano, chi più chi meno, tra le braccia di Mosca a quelle di Washington, alla ricerca di una propria identità e indipendenza. Cinque capitali per un unico tour, che da ieri e nei prossimi giorni vedranno protagonista la segretaria di stato statunitense Hillary Clinton.
Ucraina, Armenia, Georgia, Azerbaijan e una visita, oggi, in Polonia - che da domani avrà un nuovo presidente della repubblica. Il lungo viaggio diplomatico di Clinton, annunciato più di un mese fa, è iniziato ieri da Kiev e servirà a ricalibrare gli equilibri nell'area dopo la «strategia del reset» iniziata dall'amministrazione Obama nei rapporti con la Russia.
Nella capitale ucraina la segretaria di stato Usa troverà probabilmente la situazione più delicata. Dopo l'elezione a presidente, lo scorso febbraio, di Viktor Yanukovich - considerato molto più vicino a Mosca del suo predecessore Yushchenko - e la recente dichiarazione votata dal parlamento che parla di un Ucraina «non allineata», gli Stati Uniti sono ancora alla ricerca di un nuovo equilibrio con Kiev.
Da dove ripartire? Dalla pagina più controversa: «L'Ucraina è uno stato sovrano e indipendente che ha il diritto di scegliere le sue alleanze. E la porta della Nato rimane aperta», ha ribadito ieri Clinton al termine di un incontro con il ministro degli esteri Kostyantin Gryshchenko. Difficile, praticamente impossibile, che il presidente Yanukovich - che si sta rivelando un abile pragmatico - pratichi la strada che porta verso la Nato. Specialmente dopo aver recentemente prolungato il permesso che consente alla marina russa di stazionare in un importante porto ucraino sul Mar Nero. Clinton sa poi anche benissimo che sta soprattutto alla Nato, compresi i più riluttanti membri europei, decidere se l'opzione che contempla Kiev nell'Alleanza sia la più giusta. E questo è ancora tutto da vedere.
Ma il tema delle alleanze per la sicurezza internazionale non è stato l'unico tema discusso ieri. A Kiev si è parlato anche di economia: Clinton ha assicurato l'appoggio degli Stati Uniti all'Ucraina per arrivare alla concessione di un nuovo prestito da parte del Fondo monetario internazionale. Inviati del Fmi sono infatti in questo momento a Kiev per concludere le trattative per un presito da 19 miliardi di dollari che, spera il presidente, rilanci l'economia in sofferenza. Servono riforme economiche, ha detto la segretaria di stato Usa, che cambino il clima per gli investimenti. E servono leggi che tutelino la proprietà intellettuale, un altra questione delicata. Come la libertà di stampa e di riunione, che avrebbe subito qualche colpo basso da quando Yanukovich è entrato in carica.
Oltre al presidente ucraino, Clinton incontrerà oggi anche la sua avversaria - più incline verso Washington - Yulia Tymoshenko, oggi leader dell'opposizione e con un accusa giudiziaria per abuso d'ufficio che le pende sul capo.
Nei prossimi giorni, in Armenia e in Azerbaijan, Clinton tenterà di fare pressioni affinché venga adottata una risoluzione sulla regione contesa del Nagorno-Karabakh, che calmi le tensioni fra i due stati. E permetta agli Usa di servirsi senza troppi problemi di un passaggio importante per i rifornimenti militari verso l'Afghanistan.

Liberazione 03/07/2010, pag 6

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