Un romanzo storico di Riccardo De Gennaro sulla rivoluzione parigina del 1871
Fabio Sebastiani
«Ascolta compagno. Ho ancora negli occhi il cielo d'un blu solenne e gli ottoni della banda che scintillano sotto il sole nella piazza assiepata di manifestanti, quel pomeriggio di nove anni fa davanti all'Hotel de Ville». I fatti evocati da queste parole a 140 anni di distanza ancora ci emozionano. Centoquaranta anni fa, la Comune di Parigi metteva il suo sigillo sul secolo d'oro delle rivolte. Riccardo De Gennaro ne ha fatto un romanzo storico, La Comune 1871 , che, come dice il sottotitolo, è "una storia di amore e di lotta" (Transeuropa edizioni, pp.164, euro 14,50). E come non mettere insieme l'amore e la lotta quando si racconta quel pugno di mesi che per la prima volta gridarono al mondo l'odio di classe e il desiderio di cambiamento? E' il desiderio che guidò quella rivolta, più ancora che il programma politico e l'esercito popolare. Troppo romantico? Può darsi, ma l'idea dell'autore è che le rivoluzioni le fanno gli uomini e le donne. Non c'è avanguardia che tenga. E quando "soffia il vento" ripararsi non serve.
Basta un nome, appunto, Hotel de Ville, sede dell'assemblea plenaria della Comune di Parigi, ovvero del Consiglio comunale, "una istituzione senza istituzioni", a raccontarci cosa è realmente accaduto in quei giorni. Il centro di Parigi, che stava al centro del mondo. Lucien e Nadine vivono il loro amore proprio quando le forze della reazione in Europa decidono che l'esperienza dei proletari al potere andava stroncata, letteralmente parlando, con tutti i mezzi. Un amore aspro e tenero, infantile e adulto insieme. De Gennaro narra la rivoluzione dei disperati scegliendo il punto di vista delle vite individuali messe insieme come in un coro. Perché a Parigi, in quei mesi, la vita era come un coro. Emozioni, sogni, politica, lavoro, sentimenti, tutto si impastò in un universo di desiderio che sconfisse la dura condizione dello sfruttamento e dell'oppressione.
Fu per questo motivo che Parigi fu circondata dal resto d'Europa. Non c'era un "programma politico" tra il Pont Neuf , Belleville e Rue de Rivoli, ma una vita che tentava di sbattere in faccia al mondo la gioia di poter tornare a respirare. La penna cinematografica di De Gennaro ci aiuta non solo a vedere ma anche a capire. Capire come ciò che guida gli uomini nella rivolta allo "stato di cose presenti" non è solo la presa di coscienza. Un'arma più potente di un uomo che vuole ciò che desidera ancora non l'hanno inventata. Uomini e donne, bambini e anziani, vivono la dignità come un "programma politico". Forse un punto più alto non è ancora stato raggiunto nella storia del mondo. E tornare a quell'altezza sarà difficile. La Comune di Parigi ci ha lasciato le parole di un inno, l' Internazionale . Se viene cantato ancora oggi a squarciagola, ci sarà pure una ragione. Il lavoro di De Gennaro è molto rigoroso da punto di vista storico. Non tralascia di raccontare, ed evocare, quasi nulla; perfino quei particolari che più di tutti danno il senso reale dei fatti, come il famoso sbranamento di alcuni animali dello zoo per poter sfamare gli assediati. La Comune di Parigi durò da marzo a maggio. Sessanta giorni intensi, nati da un atto di fraternità tra l'esercito e la popolazione che costrinse Thiers a un'immediata evacuazione di Parigi da parte di tutte le forze ancora obbedienti, della polizia e degli amministratori e specialisti di ogni tipo. Egli stesso fuggì alla loro testa verso Versailles e da lì cominciò una sanguinosa ripresa della città. Il Comitato Centrale della Guardia Nazionale era l'unico governo effettivo di Parigi; esso abdicò immediatamente la sua autorità e preparò le elezioni per la Comune, che si sarebbero tenute il 26 marzo. I 92 membri della Comune comprendevano operai qualificati, diversi professionisti (come medici e giornalisti), e un gran numero di attivisti politici, che andavano dai riformisti repubblicani, a varie tipologie di socialisti, fino ai Giacobini che tendevano a guardare con nostalgia alla Rivoluzione del 1789, da cui deriva, è bene ricordarlo, il termine "Comune di Parigi". Nonostante le divergenze interne, il Consiglio ebbe un buon inizio nel mantenimento dei servizi pubblici essenziali per una città di due milioni di abitanti.
Alcuni tra i decreti emanati comprendevano: la remissione degli affitti per l'intero periodo dell'assedio (durante il quale erano stati alzati considerevolmente da molti proprietari); l'abolizione del lavoro notturno in centinaia di panifici parigini; l'abolizione della ghigliottina; la concessione di una pensione alle compagne non sposate di membri della Guardia Nazionale uccisi in servizio, oltre che ai figli; la restituzione, da parte degli uffici prestiti dello stato, di tutti gli strumenti di lavoro dei lavoratori dati in pegno durante l'assedio, poiché il Consiglio era preoccupato che i lavoratori specializzati erano stati costretti a impegnare i propri strumenti durante la guerra; il rinvio delle scadenze delle cambiali e l'abolizione dell'interesse sul debito; e in un importante allontanamento dai principi strettamente "riformisti", il diritto dei dipendenti di impossessarsi e condurre un'impresa se questa era stata abbandonata dal proprietario. Il Consiglio pose fine alla coscrizione e sostituì l'esercito con una Guardia Nazionale composta da tutti i cittadini che potevano portare le armi. Tra i progetti legislativi, la separazione di chiesa e stato, la restituzione di tutti i beni della Chiesa di proprietà dello Stato, l'esclusione della religione dalla scuola. Alle chiese era permesso di continuare la loro attività religiosa solo a patto che tenessero le loro porte aperte per incontri politici pubblici la sera. Le chiese divennero i principali centri di partecipazione politica della Comune.
Liberazione 30/06/2010, pag 8
//////
Titolo La Comune 1871. Una storia d'amore e di lotta
Autore De Gennaro Riccardo
Prezzo
Sconto 10% € 13,05
(Prezzo di copertina € 14,50 Risparmio € 1,45)
Prezzi in altre valute
Dati 2010, 164 p., brossura
Editore Transeuropa (collana Narratori delle riserve)
http://www.ibs.it/code/9788875800789/de-gennaro-riccardo/comune-1871-una-storia.html
Fabio Sebastiani
«Ascolta compagno. Ho ancora negli occhi il cielo d'un blu solenne e gli ottoni della banda che scintillano sotto il sole nella piazza assiepata di manifestanti, quel pomeriggio di nove anni fa davanti all'Hotel de Ville». I fatti evocati da queste parole a 140 anni di distanza ancora ci emozionano. Centoquaranta anni fa, la Comune di Parigi metteva il suo sigillo sul secolo d'oro delle rivolte. Riccardo De Gennaro ne ha fatto un romanzo storico, La Comune 1871 , che, come dice il sottotitolo, è "una storia di amore e di lotta" (Transeuropa edizioni, pp.164, euro 14,50). E come non mettere insieme l'amore e la lotta quando si racconta quel pugno di mesi che per la prima volta gridarono al mondo l'odio di classe e il desiderio di cambiamento? E' il desiderio che guidò quella rivolta, più ancora che il programma politico e l'esercito popolare. Troppo romantico? Può darsi, ma l'idea dell'autore è che le rivoluzioni le fanno gli uomini e le donne. Non c'è avanguardia che tenga. E quando "soffia il vento" ripararsi non serve.
Basta un nome, appunto, Hotel de Ville, sede dell'assemblea plenaria della Comune di Parigi, ovvero del Consiglio comunale, "una istituzione senza istituzioni", a raccontarci cosa è realmente accaduto in quei giorni. Il centro di Parigi, che stava al centro del mondo. Lucien e Nadine vivono il loro amore proprio quando le forze della reazione in Europa decidono che l'esperienza dei proletari al potere andava stroncata, letteralmente parlando, con tutti i mezzi. Un amore aspro e tenero, infantile e adulto insieme. De Gennaro narra la rivoluzione dei disperati scegliendo il punto di vista delle vite individuali messe insieme come in un coro. Perché a Parigi, in quei mesi, la vita era come un coro. Emozioni, sogni, politica, lavoro, sentimenti, tutto si impastò in un universo di desiderio che sconfisse la dura condizione dello sfruttamento e dell'oppressione.
Fu per questo motivo che Parigi fu circondata dal resto d'Europa. Non c'era un "programma politico" tra il Pont Neuf , Belleville e Rue de Rivoli, ma una vita che tentava di sbattere in faccia al mondo la gioia di poter tornare a respirare. La penna cinematografica di De Gennaro ci aiuta non solo a vedere ma anche a capire. Capire come ciò che guida gli uomini nella rivolta allo "stato di cose presenti" non è solo la presa di coscienza. Un'arma più potente di un uomo che vuole ciò che desidera ancora non l'hanno inventata. Uomini e donne, bambini e anziani, vivono la dignità come un "programma politico". Forse un punto più alto non è ancora stato raggiunto nella storia del mondo. E tornare a quell'altezza sarà difficile. La Comune di Parigi ci ha lasciato le parole di un inno, l' Internazionale . Se viene cantato ancora oggi a squarciagola, ci sarà pure una ragione. Il lavoro di De Gennaro è molto rigoroso da punto di vista storico. Non tralascia di raccontare, ed evocare, quasi nulla; perfino quei particolari che più di tutti danno il senso reale dei fatti, come il famoso sbranamento di alcuni animali dello zoo per poter sfamare gli assediati. La Comune di Parigi durò da marzo a maggio. Sessanta giorni intensi, nati da un atto di fraternità tra l'esercito e la popolazione che costrinse Thiers a un'immediata evacuazione di Parigi da parte di tutte le forze ancora obbedienti, della polizia e degli amministratori e specialisti di ogni tipo. Egli stesso fuggì alla loro testa verso Versailles e da lì cominciò una sanguinosa ripresa della città. Il Comitato Centrale della Guardia Nazionale era l'unico governo effettivo di Parigi; esso abdicò immediatamente la sua autorità e preparò le elezioni per la Comune, che si sarebbero tenute il 26 marzo. I 92 membri della Comune comprendevano operai qualificati, diversi professionisti (come medici e giornalisti), e un gran numero di attivisti politici, che andavano dai riformisti repubblicani, a varie tipologie di socialisti, fino ai Giacobini che tendevano a guardare con nostalgia alla Rivoluzione del 1789, da cui deriva, è bene ricordarlo, il termine "Comune di Parigi". Nonostante le divergenze interne, il Consiglio ebbe un buon inizio nel mantenimento dei servizi pubblici essenziali per una città di due milioni di abitanti.
Alcuni tra i decreti emanati comprendevano: la remissione degli affitti per l'intero periodo dell'assedio (durante il quale erano stati alzati considerevolmente da molti proprietari); l'abolizione del lavoro notturno in centinaia di panifici parigini; l'abolizione della ghigliottina; la concessione di una pensione alle compagne non sposate di membri della Guardia Nazionale uccisi in servizio, oltre che ai figli; la restituzione, da parte degli uffici prestiti dello stato, di tutti gli strumenti di lavoro dei lavoratori dati in pegno durante l'assedio, poiché il Consiglio era preoccupato che i lavoratori specializzati erano stati costretti a impegnare i propri strumenti durante la guerra; il rinvio delle scadenze delle cambiali e l'abolizione dell'interesse sul debito; e in un importante allontanamento dai principi strettamente "riformisti", il diritto dei dipendenti di impossessarsi e condurre un'impresa se questa era stata abbandonata dal proprietario. Il Consiglio pose fine alla coscrizione e sostituì l'esercito con una Guardia Nazionale composta da tutti i cittadini che potevano portare le armi. Tra i progetti legislativi, la separazione di chiesa e stato, la restituzione di tutti i beni della Chiesa di proprietà dello Stato, l'esclusione della religione dalla scuola. Alle chiese era permesso di continuare la loro attività religiosa solo a patto che tenessero le loro porte aperte per incontri politici pubblici la sera. Le chiese divennero i principali centri di partecipazione politica della Comune.
Liberazione 30/06/2010, pag 8
//////
Titolo La Comune 1871. Una storia d'amore e di lotta
Autore De Gennaro Riccardo
Prezzo
Sconto 10% € 13,05
(Prezzo di copertina € 14,50 Risparmio € 1,45)
Prezzi in altre valute
Dati 2010, 164 p., brossura
Editore Transeuropa (collana Narratori delle riserve)
http://www.ibs.it/code/9788875800789/de-gennaro-riccardo/comune-1871-una-storia.html
Nessun commento:
Posta un commento