lunedì 13 giugno 2011

Casa, il Lazio assente rischia di perdere i fondi

Emergenza abitativa Nessuna traccia del tavolo interistituzionale

Daniele Nalbone
Si torna in piazza. Ripartono le mobilitazioni per contrastare l'emergenza abitativa e chiedere un piano straordinario di edilizia popolare a livello nazionale. Era il 13 aprile scorso quando, presso il ministero delle Infrastrutture, il "padrone di casa" Altero Matteoli, il sindaco di Roma Gianni Alemanno e la presidente del Lazio Renata Polverini (in collegamento telefonico) si riunirono per affrontare l'emergenza casa. Tra le tante promesse quello della convocazione, entro la prima settimana di maggio, di un tavolo interistituzionale. Ebbene, all'11 maggio di quel tavolo - conquista delle mobilitazioni degli scorsi mesi dei movimenti di lotta per l'abitare e dell'Unione sindacale di base (Usb) - non c'è nemmeno l'ombra. Non solo. La Giunta Polverini ha inviato solo lo scorso 4 maggio il suo programma per avere la parte spettante al Lazio dei 298 milioni di euro stanziati dal governo nel Piano nazionale di edilizia abitativa, «e non è detto - spiegano dall'Usb - che ora, avendo presentato il proprio programma fuori tempo massimo, potrà ottenere quei soldi».
Per capire l'importanza di questo finanziamento, basta andare in Toscana: proprio ieri l'assessore al Welfare e alla Casa, Salvatore Allocca (Federazione della Sinistra) ha spiegato alla stampa che «grazie allo sforzo della Regione, ben 44 milioni di euro entreranno nelle casse della Toscana per poter realizzare 384 nuovi alloggi e recuperarne altri 66 secondo le due linee di intervento prospettate nel programma: l'incremento degli alloggi di edilizia "popolare" (Erp) per i comuni con popolazione inferiore a 30 mila abitanti e la realizzazione di programmi integrati di promozione di edilizia residenziale sociale che include Erp, alloggi a canone sostenibile, edilizia libera». La Giunta regionale del Lazio, invece, ha pensato bene di aspettare fino all'inizio di maggio per inviare il proprio progetto, peraltro incentrato esclusivamente sull'housing sociale.
Anche per questo i movimenti di lotta per l'abitare e l'Usb sono pronti a ritornare sul terreno della mobilitazione. «Tutti gli impegni assunti lo scorso 13 aprile sono stati disattesi - spiegano dall'Usb «per questo fin da oggi siamo pronti a tornare in piazza. Come e dove lo vedrete». Il lassismo istituzionale sul tema, non giustificabile nemmeno con la scadenza elettorale delle amministrative, sta facendo precipitare nel dramma migliaia di famiglie: ultime, in ordine di tempo, quelle dell'inquilinato Enpaia. Le dismissioni dell'ente previdenziale del settore agricolo vanno così ad aggiungersi a quelle "storiche" dell'Enasarco e alle "nuove" degli istituti assicurativi e delle casse: Sara Assicurazioni, Cassa Ragionieri, Cassa Geometri, Cassa Forense. «Tra esecuzioni giudiziarie - racconta Angelo Fascetti dell'Usb - caro affitti, dismissioni a prezzi speculativi, l'orizzonte appare sempre più buio e quella flebile luce che ci era sembrato di scorgere nell'ultimo incontro presso il Ministero delle Infrastrutture (quello del 13 aprile, ndr) si è già spenta».
Così, non c'è giorno che, in qualche zona di una Roma sempre più capitale dell'emergenza casa, non si tenga un'assemblea di sempre nuovi comitati di inquilini. Ieri è stato il turno degli inquilini Sara Assicurazioni che si sono incontrati, dopo la grande assemblea dello scorso 28 aprile nel quartiere Tiburtino, in zona Cinecittà. Oggi invece sarà la volta degli inquilini della Cassa ragionieri che hanno indetto, nel tardo pomeriggio, un'assemblea nel quartiere Torrino dal titolo «Contro l'aumento degli affitti e le dismissioni speculative». La Cassa ragionieri ha infatto previsto di vendere entro il 2011 circa un terzo del proprio patrimonio immobiliare per poi completare la dismissione entro 36/48 mesi. «Il tutto - denunciano gli inquilini - a prezzo di mercato, senza riconoscimento del diritto di prelazione degli attuali inquilini e, nel frattempo, con rinnovi di contratti con aumenti dell'80% del canone».
Garanzie per gli inquilini che non possono acquistare gli immobili; blocco degli aumenti indiscriminati degli affitti; tutele per i soggetti deboli per garantire la permanenza delle famiglie nell'alloggio; abbassamento dei prezzi di vendita; utilizzo di finanziamenti regionali per mutui a tasso agevolato. Sono queste le richieste dei sempre più numerosi comitati di "inquilini resistenti". Necessità che chiedono di essere almeno discusse in un tavolo interistituzionale, promesso ma mai attivato. Un tavolo per il quale movimenti, sindacato e inquilinato sono pronti a tornare in piazza.


Liberazione 11/05/2011, pag 6

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