mercoledì 15 giugno 2011

Escalation militare: da Francia e Gb elicotteri da guerra

Libia L'Ue estendono le sanzioni contro il regime

Simonetta Cossu
Si stringe il cerchio attorno a Gheddafi che restra trinceato nel suo bunker segreto mentre la Nato aumenta la sua potenza di fuoco e gli ultimi alleati lo stanno abbandonando.
Nella notte di lunedì i raid aerei si sono concentrati sulla capitale e stando ai comunicati del governo libico avrebbe provocato la morte di tre persone e provocato il ferimento di almeno 150 persone. Obiettivo dell'attacco - effettuato con bombe laser-guidate (sono le cosidette bombe "intelligenti" -, un impianto situato all'interno del compound di Bab-al-Azizia, che secondo la Nato "riforniva le forze responsabili degli attacchi contro i civili". Per il governo libico si tratterebbe invece di una caserma semivuota di volontari. Secondo quanto riferito dai corrispondenti presenti nella capitale libica, poco dopo l'una di notte si sono verificate violente esplosioni (almeno diciotto) nell'area che circonda il "Rixos", l'albergo che ospita i giornalisti stranieri. L'edificio si trova all'interno del compound, a circa un chilometro e mezzo dal bunker dove si troverebbe Gheddafi. Il generale Charles Bouchard, a capo della missione Nato in Libia, ha dichiarato alla Cnn che gli uomini del Colonnello «rappresentano ancora una minaccia per i civili» e dunque si continuerà a «bombardare obiettivi che siano collegati a questa violenza». Per il portavoce del governo libico, Moussa Ibrahim, quella dell'Alleanza è stata una vera e propria escalation nell'esercizio della violenza, e ha sottolineato come le vittime del raid di stanotte siano per lo più civili. E la Nato non intende fermarsi. Di ieri la notizia che Parigi e Londra hanno annunciato la decisione di inviare sul teatro di guerra gli elicottere da combattimento Tigre ed Apache (che già operano in Afghanistan). Non siamo ancora all'intervento di terra ma poco ci manca. La decisone rappresenta sicuramente una escalation del conflitto che da tempo è in stallo. Sarà quindi molto probabile che nei prossimi giorni il numero dei morti cresca sensibilmente. Secondo Le Figaro, la presenza di questi elicotteri dovrebbe "consentire di ottenere rapidamente una vittoria" degli insorti che nella loro azione sul terreno potrebbero contare sulla guida e sull'appoggio degli elicotteri francesi. Londra schiera invece un numero imprecisato di elicotteri dell'esercito Apache, della statunitense Boeing, basati sulla portaelicotteri Ocean che si trova in Mediterraneo con altre sei navi da sbarco e 700 Royal Marines. La decisone non è piaciuto al ministro degli Esteri danese Lene Espersen: «Non consiglio di cominciare a prendere decisioni che rappresentano una chiara violazione della risoluzione 1973» ha detto il ministro di Copenhagen che contribuisce alla forza internazionale in Libia con sei caccia F-16.
Sul fronte diplomatico Gheddafi perde sicuramente una sponda importante: la Russia ha annunciato che riconosce come "partner legittimo" il Consiglio nazionale di transizione (Cnt), ma gli insorti libici non saranno, almeno per ora, l'interlocutore esclusivo di Mosca nel Paese nordafricano. Un riconoscimento che lascia uno spiraglio aperto per il colonnello, in ogni caso, le parole del capo della diplomazia russa suggellano la drastica correzione della linea adottata da Mosca nelle settimana scorse che con l'incontro di ieri ha ribilanciato i rapporti con la Libia, evidentemente convinta che privilegiare i canali di comunicazione con Gheddafi stava diventando controproducente.
Alcuni analisti hanno visto negli indugi russi un tentativo di porsi a mediatore tra le due parti libiche in conflitto. Ma per Mosca ci sono in gioco innanzitutto grossi interessi economici, da un accordo di coooperazione per le ferrovie, a progetti energetici e grosse forniture di armi. Lo scorso marzo la società per l'export di armamenti, Rosoboronexport, annunciava la perdita di 4 miliardi di dollari a causa della crisi.
Intanto Bengasi incomicia sempre di più ad assomigliare ad una capitale. Ieri la Giordania ha riconosciuto il Cnt e ha annunciato che presto invierà un suo inviato permanente. L'inviato Usa è già in viaggio, mentre l'Ue cge ha varato nuove sanzioni ha anch'essa riconosciuto i ribelli come "un interlocutore politico chiave, rappresentante delle aspirazioni del popolo libico".
Il leader libico sembra ormai isolato, ma prima di dichiararlo sconfitto sarà bene attendere.


Liberazione 25/05/2011, pag 6

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