mercoledì 15 giugno 2011

Dai G8 40 miliardi di dollari per la "primavera araba"

Matteo Alviti
«Quando Angela è felice, vuol dire che le cose sono andate bene». Parola di Sarkozy, padrone di casa al vertice del G8 francese di Deauville. Ma di cosa era mai felice la cancelliera tedesca Merkel?
Il vertice di Deauville, ridente cittadina balneare della Normandia, si è concluso ieri con gli incontri con i rappresentanti degli stati africani e delle istituzioni internazionali. La dichiarazione finale, come altre in passato, è una summa di buone intenzioni. Stavolta da sostenere c'era il vento di democrazia che ha spirato sulle coste dell'Africa del nord. E che metà dei grandi stanno già "alimentando" da mesi a suon di bombe sulla Libia. Gli otto grandi - Usa, Russia, Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone e Gran Bretagna - si sono impegnati a mettere insieme un pacchetto di aiuti da 40 miliardi di dollari per la «primavera araba». «Siamo pronti ad estendere tale partnership globale», sta scritto nel comunicato finale, «a tutti i paesi della regione che intraprenderanno una transizione verso società libere, democratiche e tolleranti». Dove, come e perché saranno spesi i soldi del cosiddetto "partnerariato di Deauville", non è ancora dato sapere. Ieri l'Italia aveva proposto un piano di aiuti per le piccole e medie imprese locali. Ma il nostro paese da tempo non gode di grande considerazione.
Dal vertice è poi arrivato un sostegno alla linea di Obama per la pace in Medio Oriente. Anche se la linea di Obama non è sempre dritta. Nella dichiarazione finale dei cosiddetti grandi c'è anche la richiesta al leader libico Gheddafi di abbandonare il potere. Il risultato più concreto uscito dal G8 sembra essere la proposta di mediazione russa per la guerra in Libia, confermata da Medvedev: «Siamo pronti a mediare. Siamo in contatto con tutte e due le parti». In occasione del vertice la Russia ha "spostato" il suo asse verso occidente, unendosi al coro di voci dei paesi che chiedono al leader libico di lasciare. Ieri dopo un colloquio Francia-Usa Obama ha ribadito che i volenterosi sono «determinati a concludere il lavoro». E la condizione imprescindibile è che il colonnello lasci il potere e, dunque, il paese. Presto Sarkozy e il premier britannico Cameron si recheranno a Bengasi per una visita congiunta, ha reso noto il presidente francese.
Sul fronte siriano, fatto salvo l'appello al presidente Assad affinché fermi le violenze sulla popolazione, i G8 sono meno uniti. La Russia è contraria alle sanzioni a Damasco. «Crediamo però che Assad debba passare dalle parole ai fatti», ha detto Medvedev. Dovrebbe cioè «impostare cambiamenti democratici, dare voce all'opposizione e non permettere la violenza durante le manifestazioni». Per Francia e Usa Assad deve fare le riforme o lasciare la guida del paese. Sarkozy per la prima volta ha parlato di un ritiro di Assad: «Abbiamo discusso con i siriani, cercato di aiutarli. Purtroppo i dirigenti siriani hanno fatto un'incredibile marcia indietro. In queste condizioni la Francia ritira la sua fiducia e denuncia ciò che deve essere denunciato».
Altro grande tema a Deauville è stata la coda della crisi economica, che sta trascinando nel baratro le economie di alcuni paesi. Gli otto si sono detti determinati «a prendere tutte le azioni necessarie, collettive o individuali, per affrontare le attuali sfide». La ripresa globale, hanno scritto, si sta rafforzando, anche se rimangono «rischi» legati all'aumento dei prezzi delle materie prime. Da Deauville arriva insomma un segnale per tranquillizzare i mercati, il cui esito andrà verificato nelle prossime settimane.
Infine il nucleare. Nella dichiarazione ufficiale si cita più volte l'autorità dell'Aiea, l'Agenzia nucleare delle Nazioni Unite, per il miglioramento del livello di sicurezza nel mondo. Il G8 ha incoraggiato «a ratificare le pertinenti convenzioni internazionali adottate sotto l'egida dell'AIEA». Quanto alla Convenzione sulla sicurezza nucleare, «la pietra angolare del regime di sicurezza internazionale», si accoglie con favore la riunione straordinaria tra le parti che si terrà nel mese di agosto 2012.
Le discussioni sulla successione di Strauss-Kahn al Fondo monetario internazionale sono invece rimaste chiuse nelle stanze del vertice. Da quel che è emerso ufficiosamente, però. l'elezioni di Lagarde non avrebbe ormai grandi ostacoli. Ci sarebbe da pensare a una "compensazione" per i paesi cosiddetti emergenti, che avevano espresso la volontà di eleggere un loro candidato.


Liberazione 28/05/2011, pag 6

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