mercoledì 15 giugno 2011

Giappone, la lezione di Fukushima

Meltdown a due mesi dal disastro la Tepco ammette: c'è stata fusione del nocciolo in 3 dei reattori.
Alla centrale tutto è ancora fuori controllo, mentre la radioattività è in aumento

Simonetta Cossu
Ad essere cinici viene da pensare che se la Terra avesse voluto farci sapere che il nucleare non è una buona fonte di energia il messaggio è arrivato forte e chiaro. La realtà è che gli eventi orribili e strazianti che hanno colpito il Giappone si sono presentati con una strana concatenazione di catastrofi. In primo luogo, il pianeta ha scatenato uno dei suoi colpi primordiale, un terremoto di magnitudo superiore a qualsiasi sisma precedentemente registrato in Giappone. Il terremoto, a sua volta, ha creato uno tsunami colossale, il quale, quando ha colpito le sponde nord-est del paese, ha travolto tutto quello che ha trovato sul suo percorso: automobili, edifici, case, aerei e fabbriche. L'onda di detriti è stata potenziata anche in conseguenza del fatto che il terremoto ha abbassato il livello della terra di 60 centimetri permettendole di penetrare sei chilometri verso l'interno, uccidendo migliaia di persone. Una potenza stupefacente se si considera, come ha scritto il New York Times, che ha spostato il Giappone di quasi quattro metri e di fatto accorciato ogni giorno che passa sulla terra di 1,8 millisecondi. Quello che è accaduto in Giappone è sicuramente un evento straordinario, quello che sicuramente non lo è affatto è che come sia stato possibile che un paese che ha vissuto sulla sua pelle gli effetti del nucleare con Hiroshima e Nagasaki, non abbia compreso che quel tipo di energia non è controllabile e che se se ne perde il controllo le conseguenze sono drammatiche.
Un secondo elemento va preso in considerazione. Quanto accaduto a Fukushima è stato un paradigma di un evento che anche senza l'eccezionalità del terremoto può accadere in tutti gli impianti nucleari: l'imprevedibilità dell'atomo. Il problema non è l'esistenza di un o più generatori di backup, oppure che le norme di sicurezza non siano abbastanza rigide, o che la fossa per i rifiuti nucleari è nella posizione geologica sbagliata. E' che un inciampo, una imperfezione, rendono l'uomo, creatura imperfetta, incapace di maneggiare quel tipo di energia rilasciata dalla scissione dell'atomo o dalla usa fusione. La Terra ha già abbastanza forze primordiali di distruzione senza il nostro aiuto, l'idea di crearne altre ha qualcosa di demenziale.
E' di questa settimana la conferma di quello che già molti esperti avevano predetto: la fusione delle barre di combustibile è avvenuta in tre dei reattori della centrale all'inizio della crisi. Finora Tepco aveva ammesso solo la fusione del reattore numero 1, nonostante il governo giapponese e gli esperti avessero già parlato di probabili fusioni delle barre di combustibile in tre dei sei reattori. Probabile che i tempi dell'annuncio siano stati dilatati per evitare che a Tokyo si diffondesse il panico. Gli ingegneri stanno ancora combattendo per fermare le perdite radioattive e portare sotto controllo l'impianto a più di due mesi dal terremoto e dallo tsunami. "La maggior parte del combustibile nucleare è probabilmente affondata nella parte inferiore, come nel reattore numero 1" fanno sapere i tecnici della Tepco, che attualmente sono impegnati nelle operazioni di raffreddamento. Questo è quanto presume la Tepco. Presume, ma non sa. Infatti ammette anche la possibilità che la lava radioattiva abbia bucato i reattori e si sia aperta una strada nel sottosuolo. Nel qual caso, chissà dove è andata a finire e come si potrà fare per localizzarla, raffreddarla e fermarla.
Passa quasi in secondo piano tutte le mancanze dell'azienda che ha gestito gli impianti. La Tepco mentì sulla funizonalità della sicurezza, ha mentito sulla gravità del disastro ed in ultimo molti suoi dirigenti oggi sono inchiesta per corruzione e mancati controlli. Nonostante questo lo Stato giapponese è corso in suo soccorso per evitarne il fallimento.
In ogni caso, l'edificio del reattore 1 adesso è allagato da 4,2 metri di acqua, presumibilmente molto radioattiva: in alcuni punti della costruzione infatti misurazioni effettuate da robot hanno riscontrato fino a 2 Siviert/ora, quindi inavvicinabile.
Ma il destino sia dell'azienda che della centrale è ancora molto incerto. Infatti il problema è che in caso di fusione del nocciolo i reattori si trasformano in veri e proprio sarcofaghi perpetui in cui è chiusa una massa informe di metallo fortemente radioattivo, inavvicinabile e intrattabile. E questo per l'eternità in quanto occorrono milioni di anni perché la radioattività naturali e dell'uranio si estingua naturalmente.
La pericolosità delle radiazioni è stata sin dall'inizio minimizzata. Ma che qualcuno sappia cosa sta accadendo nelle acque del Pacifico dove sono state riversate per settimane ettolitri di acqua contaminata usata per tentare di raffreddare qualcosa che non si poteva rafferddare c'è. La Marina degli Stati Uniti ha fatto muovere la sua portaerei da quell'area, la USS Ronald Reagan, dopo che 17 uomini del suo equipaggio sono stati esposti alle radiazioni durante i voli a sessanta miglia al largo della costa giapponese. E i rischi stanno aumentando. Secondo l'Istituto francese per la sicurezza nucleare e la protezione della radiazioni oltre 70 mila persone che vivono a meno di 20 chilometri dalla centrale dovrebbero essere evacuate.
Ora Tokio ha deciso un inversione e ha deciso per il futuro di investire sull'energia verde con un obbiettivo: pannelli solari su tutti i tetti entro il 2030. Nessuno ha però detto ai giapponesi che in disastro di Fukishima non è per nulla finito.


Liberazione 29/05/2011, pag 22

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