mercoledì 15 giugno 2011

Roma svende il “patrimonio” Atac. Blitz dei movimenti per la lotta all’abitare e dei centri sociali

Svendita del patrimonio, assunzioni di parenti e amici, riduzione dei servizi, maxibonus per i dirigenti (sempre amici) e ingresso in Unindustria (guidata da un fedelissimo di Alemanno). Stiamo parlando di Atac, l'azienda municipalizzata dei trasporti della città di Roma, un'azienda strategica della capitale, i cui destini sono la miglior fotografia della gestione della città governata dalla giunta Alemanno. Atac, infatti, entra ora in Unindustria, al costo di 75000 euro l'anno, l'associazione romana di Confinfustria, guidata da Aurelio Regina. Che, solo e sempre per caso, è l'uomo che Alemanno ha messo al vertice dell'Auditorium. Una mossa che in molti interpretano come il preludio alla futura privatizzazione della municipalizzata capitolina. Una mossa che però sta incontrando una vasta opposizione, anche in diversi settori del Pd. Un secco no è arrivato stamattina dai movimenti romani per la lotta all'abitare (Action, Coordinamento, Bpm), dai centri sociali e dalle diverse realtà sociali e sindacali riunite sotto la sigla Roma bene comune. Un centinaio di attivisti ieri mattina hanno fatto un blitz nella sede dell'Atac a via Prenestina srotolando striscioni e chiedendo un incontro con i vertici dell'azienda. Incontro infine ottenuto per il sei giugno (oltre i vertici Atac dovrebbero essere presenti l'assessore alla mobilità Antonello Aurigemma), quello al bilancio Carmine Lamanda e quello all'Urbanistica Marco Corsini) e che si pone l'obiettivo di fermare questa colossale svendita ribadendo un punto fondamentale: ciò che è pubblico deve rimanere tale. E anzi, diventare ricchezza comune e condivisa.


Liberazione 28/05/2011, pag 3

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